Ero appena sedicenne quando mi innamorai perdutamente della fotografia.
Acquistai a diciotto anni la mia prima reflex che mi permise di iniziare a fotografare il mondo: dapprima i fiori, i colori, i vicoli dei paesini.
Poi, fotografando le persone a me care, appurai che potevo rubare il tempo: era come conservare un pezzetto di loro per sempre con me.
La fotografia è stata una delle più grandi terapie per la mia anima, è il mezzo che mi permette di esprimermi, di amare, di venire ricordata e di ricordare.
Uno scambio bilaterale dove io prendo un po’ del mio soggetto e gli dono un po’ del mio cuore.
Chiunque sia passato nella mia vita, anche per poco, ha una fotografia scattata da me.
[…]Non avevo ancora finito il liceo e andai in uno studio fotografico che ammiravo a chiedere di poter imparare e di poter avere qualche consiglio su una buona scuola di fotografia, sottoponendogli il mio piccolo portfolio fatto di colori, amiche che si prestavano da modelle, natura.
“Non esiste una scuola, io mi sono fatto da solo. E tu, mia cara, con la fotografia non ci mangerai mai!”
Boom. Un tuono.
Quelle parole furono una pugnalata nel petto, uno squarcio nel cuore di una ragazzina di diciotto anni piena di sogni che voleva solo imparare. Eppure quelle fotografie imperfette, riguardate con gli occhi di adesso, avevano un potenziale incredibile.
Dopo qualche tempo passato a piangere, decisi che quelle parole non mi avrebbero demoralizzata. Dopo il liceo, presi una decisione: dovevo proteggere il mio sogno a tutti i costi e così, insistendo, perseverando, soffrendo, cercai di andare avanti, da sola, in quella che era la ricerca della mia identità e di chi, già chiaramente a vent’anni, avevo intenzione di essere.
Mi innamorai perdutamente della fotografia di matrimonio a ventun anni.
La bellezza, l’eleganza, la grazia, gli scenari, le persone, le famiglie, l’affetto, gli abbracci, due persone che si amano che finalmente coronano il loro sogno, la festa con le persone care, i genitori emozionati, i nonni felici: per me questo era ed è ancora la magia.
Iniziai a lavorare a piccoli progetti che mi permettevano di monetizzare: collaborazioni, shooting, piccoli spot pubblicitari.
Era arrivato il momento di aprire la mia prima partita iva:
“Studio Fotografico di Sganga Sara”.
Il mio piccolo sogno.
Iniziarono le responsabilità di un commercialista, delle scadenze, delle tasse, le marche da bollo, le fatture. Che fatica stare dietro a tutte le cose noiose del mondo dei grandi, soprattutto se sei piccola!
Mi iscrissi a diversi workshops di fotografia di matrimonio, con master internazionali e super rinomati, dove conobbi tante belle persone, professionisti bravissimi che mi fecero credere nell’amicizia tra colleghi, che non erano gelosi del loro lavoro ma amavano condividerlo.
Intanto dopo aver aver pubblicizzato ogni giorno il mio lavoro sui social, arrivano i miei primi contratti per i matrimoni. Era il 2014. Avevo 22 anni.
C’era veramente qualcuno che aveva visto in una ragazzina il talento, la serietà e la sensibilità per poter raccontare il proprio giorno più bello.
Con alcune coppie si è instaurato da subito un rapporto meraviglioso dove a distanza di anni, continuo a fotografare la loro famiglia e i battesimi dei loro bambini.
A ventitré anni iniziarono ad arrivare le prime soddisfazioni e non sembrava vero!
Premi e riconoscimenti alle mie fotografie su portali internazionali di fotografia di matrimonio, richieste per matrimoni in tutto il mondo come quello in Messico, in Tunisia, in Svizzera, in Germania etc. con una clientela di ogni etnia.
Iniziai a vivere ed apprendere l’arte del cinema sul campo, e respirando il set cinematografico dal vivo e in prima persona, me ne innamorai e decisi di iscrivermi all’Accademia Nazionale del Cinema a Bologna (supportata dai miei genitori nel percorso di studi biennale), iniziando ad applicare le mie conoscenze in campo cinematografico alla fotografia di matrimonio.
Piccolissima, a ventisei anni, il primo grande riconoscimento: dal portale internazionale MyWed il mio lavoro rientra tra i dieci migliori fotografi al mondo in corsa per il titolo di fotografo dell’anno 2018.
L’anno successivo, ho il grande onore di essere chiamata come giudice della medesima competizione internazionale con sede in Russia… Il resto lo trovate nella sezione “about us” e negli altri blog post.
Sono più di otto anni che faccio questo lavoro e nonostante a volte è veramente dura, per me è il lavoro più bello del mondo, quello che mi sono scelta da piccola, contro tutti.Ho continuato sempre a lavorare a testa bassa, rinunciando veramente a tantissimo inclusa la mia giovinezza per dedicarmi a ciò che più mi fa sentire nel posto giusto.
Ad oggi, continuo ad investire su me stessa, continuo a studiare, a perdere il sonno, a confrontarmi, a mettermi in discussione, ad entrare ed uscire dalle crisi tipiche dei fotografi, ad arrabbiarmi, a gioire, a fallire e a vincere, ma sono il capo della mia azienda e della mia vita.
I miei clienti sono davvero meravigliosi, in tanti scelgono la data del matrimonio o evento in base alla mia disponibilità, e per loro io sono il regalo più bello, per l’empatia, la condivisione e per il risultato fotografico dove le loro emozioni quando consegno il lavoro sono il mio premio più grande, una soddisfazione impagabile emozionarci insieme ed abbracciarci forte.
Sono diventata anche io un relatore e tengo workshops e corsi di formazione e fotografia nel mio bellissimo studio e in tutta Italia per colleghi professionisti che vogliono ampliare la loro visione fotografica.
Per questo, devo ringraziare soprattutto quella ragazzina che a diciotto anni si è sentita l’umiliazione addosso da parte di più di qualcuno in cui credeva, senza un minimo di incoraggiamento o supporto morale, senza mai un “brava” o una pacca sulla spalla da chi avrebbe dovuto. Quanto vorrei poterti abbracciare, piccola Sara! Perché nonostante tutto hai creduto in te e se siamo qui, oggi, è merito del tuo coraggio, ed ogni volta che ne avrò bisogno penserò sempre a te stringendo i denti e andando avanti.
Cari amici…
Non permettete mai a nessuno di dirvi che non sapete fare qualcosa.
Sono parole famose, e fatele vostre, perché nessuno può permettersi di calpestare i vostri sogni. In qualsiasi ambito, qualsiasi sia la vostra attitudine.
Se avete un obbiettivo vi auguro di avere sempre la forza di dimostrare quanto valete e di non farvi abbattere da chi tenta di scoraggiarvi.
Siete voi i capitani della vostra nave!
Ci capiterà di piangere perché il percorso non sarà sempre facile, siamo esseri umani…e dobbiamo restare umani.
Poi, con calma, asciughiamo le lacrime e continuiamo a camminare, senza fretta ma senza sosta.
Meglio provarci con tutta l’anima che rimpiangere di non averci provato, indipendentemente da quale sarà il risultato.
Abbiate sempre la voglia di migliorarvi costantemente e l’umiltà di riconoscere i limiti e di trovare in voi la determinazione e il coraggio per sfidarli.
Consideriamo ogni traguardo non come un arrivo, ma come un nuovo punto di partenza per ricominciare a camminare lungo il percorso. Non fa niente se non siete l’orgoglio di nessuno, siate l’orgoglio di voi stessi.
Vorrei che tutti capissero che nella vita non ci regala niente nessuno, piuttosto, la gente cerca di toglierci per non si sa quale meschina ragione, e che sono pochi quelli realmente felici dei nostri successi.
Anche se il mondo fa di tutto per volerci cattivi, non smettete mai di essere delle brave persone.
Lavorate, studiate, insistete sui vostri sogni sempre.
Le soddisfazioni più belle prima o poi arriveranno, perché le cose migliori si ottengono solo con il massimo della passione e della dedizione.
Fidatevi di me… Ma soprattutto, fidatevi assolutamente di voi stessi.
Ho riflettuto a lungo se condividere questo racconto.
Siamo tutti persone con una storia, e vorrei che tra i post lavorativi, i premi, i luoghi meravigliosi, le recensioni dei clienti felici, le storie di matrimoni e le mie fotografie possiate vedere e conoscere anche una parte di me più intima, fragile e umana.
Grazie a chi è arrivato a leggere fino a qui.
Con affetto e amore.
Sara